Gianfranco Helbling: uomo di valle e di teatro

Incontro con il direttore del Teatro Sociale di Bellinzona, per parlare di spettacoli e della sua Ponto Valentino

 

Risponde volentieri alle domande sul teatro, ma quando gli si chiede di Ponto Valentino e della Valle di Blenio, si illumina tutto, si mette dritto sulla sedia e comincia a parlare con un entusiasmo quasi euforico. Sembra che di colpo abbia tutto il tempo del mondo per chiacchierare, quasi non fosse la persona impegnata che è: sei figli e la direzione del teatro della capitale lasciano ben poco tempo alle divagazioni…

Vallerano affezionato

Parliamo di Gianfranco Helbling, cresciuto a Caminada, zona ‘bassa’ di Ponto Valentino. La Valle di Blenio gli ha dato un’infanzia all’aria aperta, amicizie solide, incontri di hockey tra paesi, slittate sul ghiaccio e ricordi di campanacci. Tra le esperienze scolastiche, ci sono le suore di Dongio, una maestra d’asilo indimenticabile ad Aquila, il rumore del postino che timbra le lettere che si sentiva fino nell’aula delle elementari di Ponto Valentino… Sì perché all’epoca Ponto era un villaggio animato da una scuola, un ufficio postale, due negozi e una latteria, il camion della Migros che passava, due osterie con anche il viale per giocare a bocce e le stalle dentro il paese. «Alle cinque e mezzo i contadini portavano fuori le mucche in strada per andare alla fontana; dovevano accordarsi per non arrivare tutti nello stesso momento e si sentivano parlare a voce alta: ‘Prima io… no, prima tu… aspetta… vai…’. Sono ricordi bellissimi, romantici anche; forse per i contadini è meglio avere le stalle grandi e comode fuori del paese come adesso, però per noi bambini erano spettacoli impressionanti: la nebbia dell’autunno o dell’inverno, magari la neve, il fumo dei camini accesi e tutte quelle mucche che passano scampanando…».

«La sera, invece, d’inverno, passavano prima la cala e poi i trattori, così le strade si ghiacciavano per bene e noi potevamo slittare giù per le vie, velocissimi, divertendoci come matti. Anche per sciare all’epoca Ponto era attrezzata: aveva il suo sci-lift (nel prato sulla sinistra prima di arrivare in paese) e su quella pistina facevamo anche le gare organizzate dallo sci club». Gianfranco è decisamente contento di aver vissuto quella vita lì, dove gli anziani uscivano durante la ricreazione, come i bambini, per guardarli giocare, mentre loro, piccolini, d’estate guardavano il Remo Genni che tirava le bocce al ristorante della Posta; è contento di aver partecipato alla milizia di San Martino, alle castagnate del Salone, alla Festa della Madonna, al Carnevale Multonopoli. «Anche con la morte c’era un altro rapporto: si esponeva la bara nella chiesetta all’inizio del paese; andavamo anche noi bambini a salutare i parenti e il defunto; in paese potevamo giocare ma sapevamo che in quei giorni dovevamo fare un po’ più piano. Era naturale, non c’era un ambiente asettico, faceva tutto parte della vita».

A volte, Gianfranco e sua moglie pensano che sarebbe bello tornare a vivere in Valle di Blenio, anche se molte cose sono cambiate. Anche lei si è innamorata della zona e della gente, quando lui le ha mostrato i boschi, i villaggi, quella seggiovia del Nara così lenta e bella che ti lascia il tempo di goderti il profumo degli alberi e di riconoscere le tracce sulla neve degli animali, così diversa dalle solite industrie turistiche che puntano solo sulla quantità di clienti che pagano il biglietto. «Quando un qualche attore o regista che arriva da noi per uno spettacolo mi chiede dove può visitare qualche cosa di bello e tipico, lo mando in Valle di Blenio o in Val Calanca; tornano sempre entusiasti!».

Per concludere con uno sguardo al futuro, Helbling si dice curioso di vedere che cosa succederà con il progetto Parc Adula: se ci sarà e che cosa sarà. «E infine, spero di morire solo dopo aver visto rinascere le Terme di Acquarossa…».

Una stagione teatrale da non perdere

Gianfranco Helbling ha studiato giurisprudenza a Zurigo, ha conseguito un dottorato e in Ticino ha fatto la patente di avvocato. L’ha messa nel cassetto e ha continuato a scrivere per i giornali, come aveva già cominciato durante gli studi e presto è diventato il direttore di Area. Al teatro si era già appassionato durante il liceo, poi all’Università ha continuato ad andare a vedere i numerosi e interessanti spettacoli che gli offriva la città e una volta tornato in Ticino è entrato nel consiglio di fondazione del Sociale ed è diventato presidente dell’Associazione Amici del Teatro. Da tre anni ha preso il posto di Renato Reichlin, dirigendo la programmazione e amministrando tutta la struttura, insieme con i suoi due collaboratori Cristina Martini e Paolo Zanchin e con il tecnico Virgilio Kohler.

Si tratta di un bel mestiere, creativo, anche burocratico, ma con un lato molto artistico. Bisogna infatti, tra le mille cose da fare, scegliere una cinquantina di proposte per la stagione del Teatro Sociale, e altre ancora per il Festival Territori, creato proprio l’anno scorso nelle piazze, al castello, nell’ex-buffet della stazione e in altri luoghi da scoprire e riscoprire con gli spettacoli.

«È l’unico teatro di Bellinzona e delle Tre Valli», spiega Helbling. «Perciò devo tenere conto che tutti gli abitanti di questa zona se vogliono andare a vedere spettacoli, vengono qui. Ciò significa avere una relazione con il territorio, offrire un ampio spettro di possibilità e assumere un’identità chiara: non voglio un cartellone che potrebbe vivere tanto a Madrid quanto a Losanna o Bologna. Voglio tematiche che interessano le persone che abitano nel Bellinzonese. Certo, non mancano le proposte di teatro contemporaneo per chi ha fame di novità dalla scena internazionale; ma poi c’è anche com.x con gli spettacoli da ridere; c’è ‘La Montanara’, ovvero una programmazione tematica sulle arti e le culture dell’arco alpino, con spettacoli che parlano di noi, delle montagne, oppure fatti da noi. Ci sono i grandi nomi e gli spettacoli nuovi, nostrani e non. Due anni fa abbiamo ospitato la Vox Blenii, la scorsa stagione le filarmoniche di Airolo e Piotta e nel maggio del 2014 saliranno sul nostro palco i Musicisti Artigiani, di Biasca. Riproporremo in febbraio il primo spettacolo prodotto dal Teatro Sociale, L’anno della valanga, che poi andrà in tournée anche nelle valli, e una nuova creazione che riflette sulla ferrovia, adesso che siamo praticamente a ridosso dell’apertura di AlpTransit, Prossima fermata Bellinzona, scritta da Flavio Stroppini e che debutterà però solo nel gennaio del 2015».

Foto di Nicola Demaldi / Teatro Sociale Bellinzona.

AUTORE
Sara Rossi Guidicelli

PUBBLICAZIONE
Rivista 3valli

DATA DI PUBBLICAZIONE
01 Novembre 2013

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