Maestro Martino, Principe dei Cuochi

Maestro Martino si chiamava Martino de Rubeis, conosciuto anche come Martino de Rossi, o Martino da Como, anche se in realtà veniva dalla Valle di Blenio.
Nato a Grumo, ex frazione di Torre, oggi quartiere di Blenio, è vissuto nel XV secolo ed è oggi ricordato come cuoco fondamentale nella storia della gastronomia, perché è stato uno dei padri della cucina italiana moderna. Ha lasciato un manoscritto, il Libro de Arte Coquinaria, che è considerato il primo testo di cucina per il quale si conosce il nome dell’autore e la sua origine bleniese (Bregno/Bregna).
Parliamo qui di Martino de Rubeis perché la sua carriera di cuoco ebbe inizio come Rettore all’ospizio (oggi scomparso) della chiesetta di San Martino Viduale, in località di Monastero di Corzoneso, oggi quartiere di Acquarossa. L’ospizio era molto importante per i viandanti, commercianti e nobili che intraprendevano il lungo viaggio tra il nord e il sud dell’Europa, attraverso il passo del Lucomagno (la Via Francisca del Lucomagno) o che giungevano dal passo del Nara (che porta in Valle Leventina e nelle terre urane).
Negli anni Cinquanta del Quattrocento, Martino diventò poi cuoco ducale alla corte degli Sforza, probabilmente cuoco della duchessa Bianca Maria Visconti, moglie di Francesco Sforza, primo duca di Milano. Lavorò in seguito a Roma nelle cucine vaticane, come cuoco personale del Patriarca di Aquileia Ludovico Trevisan, conosciuto come Cardinal Lucullo, per la magnificenza dei suoi pranzi. A questo periodo risale la sua stesura del manoscritto Libro De Arte Coquinaria, composto fra il 1450 e il 1467.
Nel corso della sua vita, de Rubeis diventò anche cuoco segreto privato di Papa Paolo II, di Papa Sisto IV e del condottiero Gian Giacomo Trivulzio.
L’incontro con Bartolomeo Sacchi, detto il Plàtina, diede una svolta al successo di Martino e cambiò le sorti della storia della cucina italiana moderna. Plàtina tradusse le ricette del cuoco in latino classico e insieme pubblicarono un libro intitolato De honesta voluptate et valetudine (nel 1467): questo libro è considerato il primo ricettario stampato a caratteri mobili della storia della cucina italiana. Gli storici di gastronomia inoltre lo descrivono come uno dei capisaldi della letteratura gastronomica europea, una preziosa testimonianza che illustra il passaggio dalla cucina del Tardo Medioevo a quella Rinascimentale. Questo ricettario, aggiornato in numerose edizioni, ha continuato a circolare fino alla fine del Cinquecento.

Nel 2022 il Museo di Lottigna ha dedicato a Maestro Martino una grande mostra curata dall’Associazione Blenio Bellissima, proponendo numerosi eventi collaterali, dalle cene a tema alle passeggiate. La classe terza elementare delle Scuole di Acquarossa ha scritto una guida a fumetti che ripercorre la vita e il contesto storico del Principe dei Cuochi, pubblicando anche alcune sue ricette.

Approfondimenti

maestro-martino.ch

Maestro Martino, Principe dei Cuochi.
Guida a fumetti realizzata dagli allievi delle Scuole elementari di Acquarossa.
Ordinabile scrivendo a bleniobellissima@gmail.com

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