La tradizione delle Milizie raccolta in un libro

Un libro e una mostra al museo di Lottigna per conoscere la storia, le parole e i gesti legati alle Milizie

Il Museo di Lottigna ha compiuto un importantissimo atto per la cultura della Valle. In questo anno del Bicentenario dalla battaglia della Beresina, ha istituito un’esposizione originale e ricca che mette insieme passato e presente legati alle Milizie bleniesi. In più, al posto di fare una brochure che raffigura ciò che la mostra espone, il museo storico e etnografico della Valle di Blenio ha deciso di promuovere una ricerca approfondita per raccogliere il maggior numero di informazioni possibile su una tradizione che vive da duecento anni. I giovani dottorandi in storia Davide Adamoli e Damiano Robbiani si sono rimboccati le maniche e hanno prodotto un volume di 283 pagine, con tavole, mappe e illustrazioni, fotografie vecchie e nuove e parecchi testi di carattere storico e antropologico.
«Ci siamo chiesti l’essenza e le ragioni di questa tradizione. Perché, come e da chi è stato fatto il voto? Chi è tornato e come è iniziato il rituale in cui si entra in chiesa con tamburi e armi? Perché hanno resistito proprio le tre milizie di Leontica, Aquila e Ponto Valentino, nonostante sappiamo che ne esistevano anche altre?»
Le ricerche volte a rispondere a queste e altre domande hanno richiesto un’indagine archivistica estesa: Adamoli e Robbiani hanno studiato le carte conservate dalle entità politiche e religiose in valle di Blenio fino ai registri conservati negli archivi militari di Francia, passando per l’archivio di Stato a Bellinzona, il ricco fondo della Diocesi a Lugano e l’Archivio federale a Berna.
Nel libro, Milizie Bleniesi. Milizie storiche della valle di Blenio tra storia e memoria, troviamo approfondimenti sul contesto che ha permesso lo svilupparsi e il mantenersi del rituale e di questa usanza, unica in Canton Ticino, ma troviamo anche articoli che raccontano gli avvenimenti della campagna di napoleonica di Russia e le testimonianze che attestano una partecipazione bleniese; leggiamo un contributo del tenente colonnello attivo nello Stato Maggiore dell’esercito Stefano Giedemann e un altro di Mario Vicari, dottore in glottologia, linguista e studioso dei dialetti ticinesi. Vicari apporta alla ricerca un prezioso studio sulla memoria orale delle milizie storiche bleniesi, riportando informazioni, curiosità, aneddoti e ricordi di grande valore affettivo e storico raccolti oralmente nella Valle.
La mostra che propone per tutta l’estate il Museo di Lottigna non è di minor interesse. Pannelli esplicativi raccontano le regole della milizia, dal modo di portare le uniformi a quello con cui si svolgono le processioni e la cerimonia. Altre schede ripercorrono la Storia, due documentari ne raccontano gli eventi e, forse più eloquente di qualsiasi altra cosa, perché tocca senza filtri la sfera emotiva, alle pareti di una delle sale espositive sono appesi stralci di diari. Soldati svizzeri, tenenti francesi, generali e Napoleone stesso che nei loro discorsi o scritti intimi lasciano una testimonianza di ciò che è accaduto dentro e attorno alla loro persona.
Anche i bambini potranno trovare piacere nel visitare il museo: sono infatti invitati a suonare il tamburo come i tamburini delle milizie e ad osservare molti oggetti e manichini in costume. Alcuni di questi sono autentici, cioè appartenuti all’esercito nel secolo scorso o addirittura risalgono a fine Ottocento, altri sono stati fabbricati appositamente per la mostra e rimarranno di proprietà del museo.
L’ultima stanza presenta le opere del concorso indetto per la creazione di un manifesto nell’occasione dei festeggiamenti del Bicentenario. Gli allievi del quarto anno della scuola artistica Csia, sezione grafica, hanno portato come lavoro di maturità una proposta per il cartellone che le Milizie stanno usando per far conoscere le loro celebrazioni. All’inaugurazione della mostra, il 19 maggio scorso, sono stati consegnati i premi: il primo è andato a Anna Mussio, mentre un secondo riconoscimento per la creatività è stato assegnato a Dina Parini.
Rimanendo in ambito artistico, una statua in legno di faggio costruita dal milite di Leontica Martino Buzzi, ricavata da un unico tronco, accoglie i visitatori all’entrata del Museo.
Che dire ancora? Che auguriamo ai militi, ai loro Comuni d’origine e alla Valle di Blenio intera, per non dire a tutto il nostro Cantone, duecento di questi anni e forse più, in marcia, a tambur battente, verso il futuro, sempre così.

AUTORE
Sara Rossi Guidicelli

PUBBLICAZIONE
Rivista 3valli

DATA DI PUBBLICAZIONE
01 Giugno 2012

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