Tiratori del Lucomagno: mirare in alto

Una giornata con la società dei Tiratori del Lucomagno

Il tiro sportivo. Una passione trasmessa da madre in figlio. Senza però dimenticare di influenzare anche il marito. È così che Cinzia Iametti è riuscita a colpire nel segno, portando tutti ad amare questo sport sempre più praticato a livello agonistico.

La nostra intervista viene fatta sedute su un prato verde, sui monti di Stabbio, con lo sguardo verso la Valle di Blenio cercando di orientarci tra le cime delle montagne. Mentre scrivo lei non sa ancora che l’intervista è ormai fatta. Sarei troppo egoista a tenere per me la passione che trasmette raccontandosi.

Donne, armi e bambini

Quando Cinzia inizia a sparare sono poche le donne che praticano questa disciplina. Una Lady Oscar dei giorni nostri, con la voglia di fare qualcosa non ancora in voga tra le ragazze della valle. Poi le cose cambiano e ora anche nei tornei non c’è quasi più la divisione di categoria tra donne e uomini. La tematica delle armi accostate ai giovani è argomento molto discusso e delicato. Nei giochi di ruolo i bambini usano spesso questo tipo di imitazione, mentre gli adulti cercano di spiegare che guerre e lotte non vanno fatte. Quindi perché una madre decide di accompagnare il proprio figlio nella pratica di questo sport? Frequentando una società di tiro, ci spiega Cinzia, si impara a utilizzare l’arma in modo coscienzioso, con la consapevolezza che ciò che si ha tra le mani è sicuramente pericoloso se usato in modo errato.

Ma il tiro con il fucile è anche altro. Si impara la disciplina, l’autocontrollo, la concentrazione e a focalizzare il proprio obiettivo senza farsi distrarre da ciò che accade attorno. Un lavoro di presa di coscienza di sé stessi che porta a una crescita e a una maturità personale dell’individuo. I giovani tiratori fino al compimento dei quindici anni devono essere accompagnati da un genitore e dal proprietario dell’arma utilizzata per il tiro.

La gavetta della tiratrice

La passione di Cinzia nasce durante una gita con la Società Tiratori del Lucomagno (costituita nel 1875), per un tiro cantonale. Aveva dodici anni e, a quell’epoca, non poteva sparare a causa della sua giovane età. Per poter frequentare comunque lo stand di tiro, si metteva a disposizione per marcare i risultati sui fogli e andava dove c’erano i bersagli per verificare i risultati ottenuti dai tiratori. Rimasta fedele alla sua società natale, oggi continua a frequentare lo stand di tiro in Puntiröi con tutta la sua famiglia.

Dal 1986 si sono introdotti sei bersagli a marcazione elettronica e dal quel momento parecchi soci hanno ottenuto risultati di merito, vincendo diversi titoli e concorsi sia a livello ticinese che svizzero. Tra questi anche Oliver, figlio di Cinzia.

Sparare per sport e per divertimento

Nell’arco dell’anno vengono organizzati diversi incontri, alcuni anche molto particolari. Parliamo ad esempio del tiro per le donne non tesserate che quest’anno ha visto la partecipazione di tredici iscritte. Il tiro dei forestali: una giornata all’insegna del divertimento e della convivialità organizzata per tutti i collaboratori del cantone. I tiri notturni, i vari campionati ticinesi, i memorial e, non da ultimo, il tiro delle castagne che si tiene in autunno. Quest’occasione offre anche ai non tesserati di poter provare questa disciplina e, a fine giornata, la società propone un ulteriore momento di incontro attraverso una castagnata. È proprio da qui che prende il nome la giornata.

Fare parte di una società di tiro significa anche presenziare in modo attivo al di fuori dei tiri obbligatori. Aumentare i soci per soddisfare le leggi non è la politica che vige a Ponto Valentino. Chi frequenta questo stand di tiro sa bene che la passione, il rispetto delle regole e la voglia di condividere dei momenti attraverso una disciplina che si ama sono fondamentali per poter entrare nella cerchia. Ne sanno qualcosa anche Rinaldo (marito di Cinzia) e suo fratello che hanno deciso di creare gli stemmi ufficiali della Società. Perché quando il cuore batte al ritmo della passione, non ci si ferma alla semplice attività di base. Si lavora con gli altri per costruire e migliorare qualcosa in cui si crede.

Rumoroso ma non troppo

Sono ormai passate alcune settimane dal primo incontro con la famiglia Iametti. Ora qualche scatto, prima di chiudere questo articolo. Quale occasione migliore se non il tiro delle castagne, di cui si parlava prima? Indosso le cuffie ed entro. La domanda nasce spontanea: qualcuno si lamenta per questi rumori assordanti? I bersagli sono contro montagna, in mezzo al bosco. Lo stand di tiro è all’entrata del paese, a pochi metri. E sì, qualche lamentela ogni tanto bussa alla porta. Ma, entrando nella buvette, si respira un ambiente talmente bello e di serenità che a volte tutto il resto deve passare in secondo piano. In fondo i tiri sono pochi all’anno. Un po’ di rumore non ha mai fatto male a nessuno, specialmente se i risultati sono legati a sani momenti di convivialità.

AUTORE
Lorena Scettrini

PUBBLICAZIONE
Rivista 3valli

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