Gemellaggio con il Paraguay per celebrare Mosè Bertoni

Partito da Lottigna per inseguire la natura che egli definì ‘la sua religione’, morì nel 1929. Un folto programma lo ricorda nel novantesimo anniversario.

Mosè Bertoni (15.6.1857 Lottigna, 19.9.1929 Foz do Iguaçú, Brasile), noto in Sudamerica come Moisés Santiago Bertoni, è originario di Lottigna e figlio di Ambrogio, prima parroco e poi avvocato, e Giuseppina Torriani, una donna eroica appassionata di scienze naturali, formata sia come ostetrica che come maestra. Mosè inizia studiando diritto a Zurigo, ma presto la passione per la botanica trasmessagli dalla madre ha il sopravvento e passa allo studio delle scienze naturali a Ginevra. Si sposa, molto giovane e ancora studente, con Eugenia Rossetti di Biasca, figlia del farmacista e donna audace e intraprendente che lo aiuterà massicciamente nella realizzazione dei suoi progetti. Mosè inizia ad applicare i suoi studi scientifici in Valle di Blenio: nemmeno ventenne mette in piedi a Lottigna un piccolo osservatorio meteorologico e pubblica poi i dati quotidiani sul Il Dovere, giornale che contribuisce a fondare nel 1878. Sempre nel 1878 pubblica un manuale di geografia per le scuole elementari (editore Colombi, Bellinzona) e nel 1882 scrive un articolo sulle misteriose abitazioni bleniesi denominate ‘Case dei Cröisc’, dei Grebel o dei Pagani. Si dedica inoltre (con l’aiuto della madre) allo studio del dialetto della valle di Blenio. Per il lavoro di diploma in scienze naturali, nel 1883 compone un erbario di 1800 specie (che verrà in seguito perduto).

La nuova patria

Fin da giovanissimo dimostra spiccate curiosità e passione per tutte le materie scientifiche e una produttività eccezionale. I suoi ideali di vita e i suoi progetti si scontrano però con la realtà locale in cui per via della frammentazione fondiaria scarseggiano le terre coltivabili, abbondano i problemi climatici, le tecniche agricole sono arcaiche e dove, secondo Mosè, è impossibile dialogare con i ‘selvaggi’ della valle. Preferisce di gran lunga affrontare la foresta vergine piuttosto che restare a Lottigna:«No, peggio di qua non staremo mai! Il mio carattere, le incrollabili mie idee sociali sono incompatibili con questo stato di cose. Io ebbi sempre un’attrazione assai forte per una regione più favorita, ove io possa meglio gettarmi in grembo di quella natura che è la mia religione e la mia vita».

Così nel 1884, all’età di 27 anni, lascia Lottigna e salpa per il Sudamerica accompagnato dalla madre sessantunenne, la moglie Eugenia incinta, cinque figli e una decina di contadini con cui intende fondare una colonia di ispirazione anarco-socialista. Ben presto il progetto si ridimensiona, i compagni di avventura lo abbandonano e Bertoni, dopo un passaggio difficile in Argentina, si trova a a fondare la propria colonia famigliare tendenzialmente autosufficiente sulle rive paraguaiane del Paranà, vicino alle cascate di Iguazù. A Puerto Bertoni, dove crea la colonia Guillermo Tell, Mosè dà spazio ai suoi esperimenti, alla produzione agricola e allo studio; aiutato dalla madre, dalla moglie e dai 13 figli. Installa addirittura una tipografia, ex Sylvis, dove produce la maggior parte dei suoi numerosi testi scientifici.

Di tutto, tanto

Mosè Bertoni può essere descritto come uno scienziato ad ampio spettro e super produttivo. Il suo modo di fare scienza è di tipo umanistico e seppure diversi aspetti della sua creazione debbano essere considerati con riserva alla luce delle conoscenze attuali, la sua opera è sicuramente ammirevole. In eredità ci lascia più di 500 pubblicazioni, tra saggi e articoli, in svariati temi e campi scientifici: botanica, antropologia, geografia, geologia, meteorologia, agronomia, dialettologia…, e una quantità, forse più cospicua, di materiali inediti. Ma la parte più importante che lascia è forse la sua storia umana, il suo personaggio da romanzo, che ispira e dà la voglia di spingersi oltre. Mosè non si arrende mai e ogni volta che un suo progetto fallisce (e non sono poche) ne intraprende uno nuovo con tenacia e passione.

Ritorno in Patria

Lo scorso anno è stato sottoscritto il gemellaggio tra il Comune di Acquarossa e la città di Presidente Franco del Paraguay, un’azione politica ispirata dal personaggio di Bertoni che ha come obiettivo il consolidamento della relazione tra i due paesi di Mosè: quello di origine e quello d’adozione. Quest’anno sono passati passati 90 anni dalla sua morte. Non si tratta di un anniversario tondo ma è stato preso come un’occasione per valorizzare e fare conoscere questo emigrante eccezionale tramite un vasto calendario culturale. La proposta, coordinata da Pro Natura Ticino e dal Municipio di Acquarossa è stata accolta e arricchita da un grande numero di enti, privati, fondazioni e musei, come la Fasv, il Museo di Lottigna, quello di Storia Naturale di Lugano, la Società ticinese di Scienze Naturali, l’Alberoteca, l’Ape custode e così via.

Approfondimenti

www.mosebertoni.ch
Documentario di Leandro Manfrini e Carlo Pellegrini, intitolato «Il Museo di Mosè», RSI 1998. 

Riferimenti bibliografici
Dalle Alpi al Paranà. Vita e opere di Mosè Bertoni, emigrante bleniese in Paraguay (1857-1929), di Danilo Baratti e Patrizia Candolfi, Casagrande 2021
L’arca di Mosè. Biografia epistolare di Mosè Bertoni (1857-1929), a cura di Danilo Baratti e Patrizia Candolfi, Casagrande 1994

Albero genealogico della famiglia Bertoni

AUTORE
Serena Wiederkehr-Britos

PUBBLICAZIONE
Rivista 3valli

DATA DI PUBBLICAZIONE
02 Aprile 2019

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