L’oratorio di San Pietro a Motto

Oratorio campestre in età antica, voluto probabilmente dalle antiche famiglie longobarde e costruito poco sopra il naturale sbarramento della “Ganna” di Ludiano, la chiesa di San Pietro di Motto è di proprietà della Parrocchia di Dongio. In tempi di pace ha assistito all’andirivieni tranquillo e cadenzato dei mercanti e dei pellegrini che transitavano poco distante, sulla strada del Lucomagno, ritenuta a ragione la più breve per l’attraversamento delle Alpi fino al XII secolo, quando il San Gottardo si apre ai traffici internazionali. Durante le alterne dominazioni della Valle e le conseguenti lotte di potere fra i Comuni lombardi e l’Impero, la chiesetta ha osservato impotente il movimentato passaggio di eserciti agguerriti che solcavano le verdi campagne del fondovalle. In tempi a noi più vicini e in seguito al mutamento del quadro politico ed ecclesiastico delle terre cisalpine l’oratorio viene ad assumere, nel contesto religioso locale, diversi ruoli e mansioni: gli stessi che sono rimasti leggibili nelle modifiche architettoniche e strutturali dell’edificio e che gli studi puntuali legati ai lavori di restauro hanno finemente evidenziato. La particolare ubicazione della chiesa (a metà strada fra i vari villaggi e in aperta campagna) suggerisce perfino una sua unica e originaria funzione parrocchiale per gli insediamenti confinanti. Anche i terreni attorno alla chiesa, così come la stalla a nord, appartengono alla Parrocchia di Dongio, pur essendo interni alla frazione di Ludiano, ora inserita nel comune di Serravalle. Una enclave che tra origini da lontane dispute viciniali. I resoconti delle visite pastorali degli arcivescovi milanesi (da San Carlo in poi) aggiungono nuovi e più circostanziati elementi per la conoscenza non solo della vita religiosa, ma anche delle comunità che abitavano i dintorni.

Gli affreschi: abbelliscono l’impianto romanico dell’Oratorio, il coro e la navata, nonché gli esterni (a sud). Alcuni risalgono al XIII secolo altri, ad esempio gli apostoli che contornano il coro, alla fine del XV secolo e sono opera di pittori itineranti provenienti dalle valli settentrionali della Lombardia e appartenenti alle scuole tardogotiche.

Gli studi archeologici: hanno evidenziato la presenza di dimore tombali esterne ed interne, a dimostrazione dei continui allungamenti della navata, che assume le sue definitive dimensioni nel XVI secolo, arricchendosi del campanile.

I restauri: intrapresi nel 1978 si sono conclusi nel 1993, con l’apparizione di un libro che raccoglie le testimonianze dei vari artefici, studiosi e responsabili delle istanze cantonali che hanno operato le scelte alla base dell’attuale risultato. Don Giuseppe Gallizia in primis, l’archivista della Curia luganese, dalle cui ricerche effettuate già in tempi più lontani nei vari archivi locali e milanesi, sono state estrapolate talune interessanti ipotesi sulla vita religiosa del posto dai secoli lontani ai giorni nostri. Il libro è arricchito dalle foto di Vincenzo Vicari.

Approfondimenti

Riferimenti bibliografici

Appunti sulla vangelizzazione di Blenio e sulla chiesa di Dongio, di don Giuseppe Gallizia, “Popolo e libertà”, 5 luglio 1958

L’antica chiesa di San Pietro presso Motto come è descritta e ricordata nelle Visite Pastorali II Edizione, di don Giuseppe Gallizia, 1984

San Pietro Motto di Dongio: storia e restauri di una chiesa sulla via del Lucomagno, a cura di Piero Ferrari, AAVV, Comitato Pro Restauri/G. Piero Casagrande, 1993

Appunti su Ludiano, di don Giuseppe Gallizia e Piero Ferrari, Casagrande, 2000

AUTORE
Piero Ferrari

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