Si tratta di una costruzione in pietra di origine medievale che stupisce per la sua posizione a strapiombo sul villaggio di Dongio. Rimane tuttora incerta la sua destinazione anche se studi recenti propendono al rifugio per la popolazione (e non, come vorrebbe la tradizione, a fortezza, deposito, eremo, luogo di culto, torre di segnalazione…). In valle si trovano altre rocche rupestri di questo tipo (cioè aventi chiari rapporti stanziali con un insediamento, difficilmente accessibili e protette da muri posti trasversalmente): a Motto, Aquila, Malvaglia, Marolta e Torre. La casa di Dongio è fra le meglio conservate in Ticino e, sulla base di datazioni al radiocarbonio, è databile tra il IX e l’XI secolo. Recentemente sono stati effettuati lavori di restauro conservativo dell’antica testimonianza storica, promossi e portati avanti dal Patriziato di Dongio in collaborazione con il Comune di Acquarossa. Si è proceduto al consolidamento delle rovine, alla pulizia e alla miglioria del sentiero di acceso e al perfezionamento dell’illuminazione notturna, alimentata da pannelli solari. Si tratta di un bene culturale protetto a livello comunale.

Approfondimenti

Le case dei pagani, articolo di Luca Bettosini, Rivista Vivere la montagna No 78 – giugno 2010

Le case dei Pagani in Valle di Blenio, documentario di Paul Lehner, 1981

Riferimenti bibliografici

Le case dei pagani, di Mosè Bertoni, a cura di P. Schrembs, La Baronata, 1996

Tessiner Grottenburgen, di W. Meyer in “Nachrichten des Schweizerischen Burgenvereins” n. 41, 1968, pp. 258-263

Burgen im Fels, di L. Högl, 1986

AUTORE
Fernando Ferrari

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