Sono sempre stata una tipa un po’ romantica, da piccola adoravo le storie di fate e principesse, di fonti miracolose e foreste incantate. E forse è per questo che adoro vivere a Castro.
Abito nella casa color cachi che sorveglia la curva e che in autunno quasi si mimetizza con i frutti succulenti del grande albero svettante nel prato lì davanti. A fine ottobre, guardando dalla finestra si compone davanti ai miei occhi un quadretto che ha il sapore di altri tempi: lunghe scale poggiate contro i rami ormai privi di foglie ma carichi di cachi rosseggianti, le pertiche tese per avvicinare quelli più lontani, le ceste di vimini ai piedi dell’albero e Ivana e Peter, i padroni di casa, intenti a riempirle. Non li raccolgono mai tutti, una buona metà dei frutti la lasciano sui rami: sono per i corvi, che arrivano prima della prima neve. E quel momento scocca fatidico ogni anno, verso la fine di novembre, e come per magia sempre di domenica mattina, quando posso assistere anch’io allo spettacolo: un immenso stormo nero copre il cielo, poi plana gracchiante sull’albero, e lì puoi distinguerli, i corvi, appollaiati sui rami a beccare avidamente i cachi. Sembrano usciti dal castello di Malefica, la strega della Bella Addormentata. Spariscono all’improvviso come sono arrivati, lasciando sui rami spoglie simili a palloncini sgonfi.
Dopo qualche giorno sopraggiunge, puntuale, la neve. Di solito comincia a fioccare durante la notte, silenziosa e felpata come un gatto, per sorprendermi al mattino, quando scosto le tende e il disegno del paesaggio è stato cancellato: un’unica distesa bianca a perdita d’occhio. Si distinguono gli alti abeti e i larici, che paiono già addobbati per Natale, le finestre delle case come gli occhi di tanti pupazzi di neve, la strada già spazzata dalla solerte cala. Il mio sguardo corre laggiù, al parcheggio di fronte alla fontana dove lascio la mia Panda gialla: sarà diventata un igloo. Invece, quando vado a prenderla per recarmi a scuola, è tutta pulita e lucida: uno spirito buono ha già provveduto a liberarla dallo strato gelato! E quando la neve si scioglie, la sento gocciolare giù dalle grondaie, dai davanzali, dalle foglie delle due palme che mi spiano dai vetri della cucina, in una cantilena appena sussurrata e rilassante. I dirimpettai, Franck e Maria, mi salutano dal balcone. Nel loro giardino l’albero di agrifoglio espone le sue bacche più rosse: con la sua chioma fitta offre riparo sicuro a una famiglia numerosa di passerotti chiacchiericci che, al mattino, mi accompagnano all’auto tra voli e gorgheggi: così scortata, mi sento Biancaneve, mentre un leprotto marroncino mi attraversa la strada e Napoleone, il cane di Alicia, mi viene incontro, poi sale con me nella Panda: vuole accompagnarmi al lavoro! Dal parcheggio a casa, o all’andata o al ritorno, mi fermo sempre ad ammirare il paesaggio che mi sorprende con sfumature e dettagli inaspettati: il Guglielmo Tellraffigurato sulla facciata di casa De Bolla che mi commuove ogni volta, mentre torna baldanzoso dalla sua impresa, il figlio sottobraccio; il Simano che gioca con me a nascondino e lo trovo dietro un tetto, accanto a un comignolo, travestito da Monte Olimpo con una sciarpa di nebbia attorno, mentre nuota nella luce rosea e turchina di un’alba marzolina o mentre osserva, anche lui stupito, la luna che non si è accorta che la notte è finita.
È per questo che adoro vivere a Castro, perché di volta in volta mi fa sentire un po’ Biancaneve e un po’ Aurora, un po’ Alice e un po’ Cenerentola, mentre stendo i panni nel verde intenso del prato, protetta dal castagno buono, dal ciliegio vanesio e dal cachi generoso; dove la gente è come nelle fiabe, ti saluta sorridente anche se non ti conosce; dove a primavera puoi cantare a squarciagola fino a tarda sera con la vicina Ludmilla, e nessuno ti grida di smettere; dove nelle sere d’estate le stelle sono così vicine che puoi sentirle respirare…
Cose che succedono a Castro.
AUTORE Teresa La Scala
PUBBLICAZIONE Rivista 3valli
DATA DI PUBBLICAZIONE 01 Febbraio 2025
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