Questo Sci Club è nato a Ponto Valentino, Marolta e Castro nel 1934 ed è stato chiamato Crap per la zona montana in Piandioss, sopra i paesi. Lo sci era un sport nuovo, divertente e utile, giacché serviva anche a spostarsi più comodamente sulle nevi che un tempo ricoprivano la valle per tutto l’inverno. Oltre a occuparsi in vari modi di sci di fondo e di sci alpino, lo Sci Club ha sempre ricoperto anche una funzione sociale molto importante: la mitica Pontiade è un ricordo ancora vivissimo per chi l’ha vissuta, così come la schiera di coppe e medaglie di varie discipline sportive vinte nel Cantone con i colori del glorioso Sci Club Crap, ma anche le colonie, le gite sociali e molte feste di paese.
Oggi, questa società è ancora viva e vegeta: i bambini del paese si identificano in questo gruppo con cui imparano a sciare, stanno insieme, rinsaldano le amicizie, conoscono il Nara, Diesentis e altre mete per le uscite. Lo Sci Club si occupava e ancora si occupa del Carnevale, della festa dei Magnoi e quest’anno proporrà un momento conviviale ogni mese per rimarcare il suo prestigioso compleanno.
Mi incontro con alcuni membri del Crap degli ultimi decenni, dalle memorie storiche al presidente attuale, Vito Guidicelli, dall’ex allenatore al più giovane membro di comitato e monitore, Naele Vanazzi, figlio del presidente precendente. Il paese di Ponto Valentino, sede dello Sci Club, è così unito, mi dicono, anche grazie al Crap e a tutti i momenti aggregativi che offre: «Ci conosciamo e siamo amici anche tra generazioni diverse. Impariamo a parlare con persone di vent’anni più grandi e non smettiamo mai di avere a che fare con quelle più giovani. Alle feste ci sono i nonni, i genitori, gli zii, i figli e i cugini. E se non siamo parenti siamo comunque legati».
Quasi un secolo di storia
Appena nato, il Crap ha intrapreso una delle sue più epiche imprese: portare la croce di ferro sulla cima dell’Adula. Un gruppo di persone della zona è salito a piedi con la croce in spalla, realizzata dalla ditta Vescovi di Traversa, ha attraversato il giacciaio, ha seguito la cresta e ha finito per posare la croce che ancora oggi possiamo vedere svettare contro il cielo.
Il primo distintivo dello Sci Club era stato disegnato nientemeno che dallo scultore Giovanni Genucchi, socio fondatore, con i simboli di Negrentino e del Pizzo Molare, ‘a segnare il carattere strapaesano della società’, per usare le belle parole di Pio Guidicelli.
Già dagli anni Trenta e Quaranta si organizzavano corsi di sci e gare. Poi i figli seguivano i padri, e presto, anche se ci sono voluti un po’ di anni, anche le figlie. Solo a Ponto c’erano tre o quattro circuiti diversi di sci di fondo e la pista illuminata a Caminada dove le sere d’inverno ci si poteva allenare. I ragazzi e le ragazze partecipavano alle competizioni della zona e del Cantone, sia di sci alpino sia di sci di fondo ma anche di corsa e altri sport, ospitavano la Pontiade (1964-1984), una gara di sci di fondo che diventava una giornata di festa per tutto il paese di Ponto nei suoi diversi ristoranti ma sopra si divertivano come matti.

Al nostro tavolo siedono anche Piergiorgio Giogi Iametti, Rolando e Gianni Guidicelli, Carletto Taddei e Paolo Bulloni, i quali, negli anni, hanno battuto la pista per la Pontiade e hanno portato la bandiera del Crap al successo in tante competizioni. Mi dicono: «La Pontiade si faceva tra Natale e Capodanno. Prima si preparava la pista; mica avevamo il gatto delle nevi: andavamo noi con i nostri sci. Immagina poi che il grande giorno arrivava un centinaio di atleti circa; ecco, quanti saremo stati dunque a pranzo? Tutto il paese veniva a fare il tifo per i suoi figli, tra i quali c’erano alcuni sciatori bravissimi, che spesso vincevano, e in più partecipano anche molti di altri paesi o anche che arrivavano da più lontano. Venivano anche dal Canton Uri e i bambini dicevano: Arrivano i russi! Chissà perché. E poi, bisogna dirlo, eravamo sportivi a volte di pregio ma eravamo anche ben capaci di fare festa…».

Il tempo è passato e la Pontiade ha smesso di estistere, più che altro quando è venuta a mancare la certezza della neve a Natale. Questi pontesi che mi raccontano ridono ripensando ai ricordi, agli aneddoti: hanno portato dapprima gli sci in spalla, poi hanno visto la costruzione di uno scilift negli anni Sessanta, la nascita del comparto sciistico del Nara, hanno visto cambiare gli sci, le tute, le generazioni, il clima, ma il calore della compagnia è rimasto sempre lo stesso.

La capanna in Piandioss
Un momento saliente della storia dello Sci Club Crap è la costruzione della Capanna in Piandios inaugurata nel 1965. I miei interlocutori si ricordano del sogno e poi della realizzazione della capanna, a cui tutti, in qualche modo, avevano partecipato. Anche dopo, per tenerla aperta nei fine settimana d’estate gli abitanti del paese facevano a turno per tenerla aperta: famiglie intere, coppie, persino amici tra cui poi è nato l’amore e il desiderio di fondare un nido… La capanna era frequentatissima: era come una cascina comune, in cui si saliva la domenica per mangiare, bere, godersi la vista e improvvisare un momento festivo. D’inverno era aperta ma senza il capannaro, proprio come adesso.

Molto più di uno sci club
Quello che resta di tutta questa storia è che il Crap è molto di più di un’organizzazione che insegna a sciare e si occupa di alcuni aspetti pratici dei momenti aggregativi: il Sci Club è l’anima delle feste, è la grande famiglia, che per molti anni organizzava anche le settimane o i week-end via a sciare tutti insieme. Ora c’è appena stato il Carnevale, preparato insieme all’altra società del paese, quella dei Tiratori del Lucompagno: anche se non c’è più il palo della cuccagna né il falò, restano la musica, le maschere, i gnücc e lüganigh, e quel momento unico che è la festa dei magnoi.
Chi adesso è nel comitato è figlio di chi un tempo correva o organizzava le feste o entrambe le cose; si ricorda che importanza ha avuto lo Sci Club nella propria infanzia e sente di aver voglia di restituire qualcosa. Per agosto si sta preparando la festa dei 90 anni. Che nessuno si preoccupi: ne daremo notizia.
AUTORE Sara Rossi Guidicelli
PUBBLICAZIONE Rivista 3valli
DATA DI PUBBLICAZIONE 01 Marzo 2024
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