Storie e toponimi di Corzoneso

Un libro di Luciano Bozzini indaga i nomi di luogo di Corzoneso e altre notizie che riguardano il paese

Se avete voglia di saperne di più su Corzoneso, la sua lingua e il suo modo di nominare ogni angolo, prato, monte, zona, allora il libro di Luciano Bozzini fa per voi.
Pubblicato nel 2016, Corzoneso. Toponimi dialettali e note di storia e di cronaca è una miniera di notizie che rischiavano di andare perse e che Luciano Bozzini ha deciso di raccogliere. L’autore non solo ha fatto ricerche minuziose in archivio, ma ha anche raccolto di prima mano informazioni e parole che diventavano vieppiù desuete, interrogando numerosi abitanti più anziani di lui lungo tutto l’arco della sua vita. Luciano Bozzini, oltre che di professione postino, quindi da sempre vicino alla gente, è stato anche presidente del Patriziato e della Fraternità di Corzoneso. La stesura di questo libro è pervasa da amore per il territorio, si basa su studi approfonditi e sulla frequentazione di tutti i luoghi di cui si parla dall’infanzia all’età adulta.

La Fraternità

Nel 1936 è nata a Corzoneso la Società ortofrutticola Fraternità che esiste tuttora. La società è molto interessante e vale la pena leggere la sua storia.
Si legge nel libro di Bozzini che è stata creata da 19 contadini, un barbiere e un operaio della segheria. 21 uomini che avevano seguito l’idea di una donna, Annina Bozzini, già titolare del Ristorante Alpino di Corzoneso, che aveva suggerito agli abitanti: «Dovreste mettere in piedi una società che faccia collaborare tutti affinché nessuno viva più nel disagio». Una rivoluzionaria, insomma. E rivoluzionari furono anche loro che si misero insieme con l’interesse di sviluppare la cura degli ortaggi e degli alberi da frutta del paese alfine di donare a ogni abitante la possibilità di una vita dignitosa.
Organizzarono corsi speciali di frutticoltura ma anche corsi per la lavorazione del legno destinati ai giovani che costruirono così mobili, arnesi agricoli e utensili di casa; si dedicarono all’agricoltura, all’innesto della piante e molto altro. Iniziarono una coltivazione di carote in paese, che la società vendeva poi a Biasca; sempre la società distribuiva le sementi in primavera. Si racconta anche di aiuto reciproco, di un piccolo caseificio avviato in paese negli anni del dopoguerra, di vendita di bacche selvatiche durante il periodo bellico e molte altre iniziative di cui sempre Annina Bozzini fu l’anima e il paese il corpo.

Mirtilli, castello e Sierra Leone

Il libro di Bozzini si dedica in gran parte ai toponimi, ma non solo. Non possiamo qui elencare tutti i contenuti, che vanno sfogliati e letti, ma possiamo dire che spaziano così tanto da riuscire ad abbracciare tutti quelli che devono essere stati gli aspetti della vita quotidiana di un tempo a Corzoneso.
Ecco alcuni esempi:
– In zona Corzoneso ci sono vari luoghi il cui nome ricorda la parola ‘castello’: per esempio ul Castìll indica un «luogo sopraelevato a nord della Parrocchiale. Da castello, per la forma dominante»; ul Castìll da Pozz è un «motto sopraelevato a est di Pozzo. Nella parte verso il Tasìn, il fiume Brenno, resta il taglio di roccia dove passava la ferrovia Biasca-Acquarossa. Letteralmente: Castello di Pozzo, da cui la vicina Rocabella»; ul Castìll Murantìn è la «cima al confine con Ludiano. La forma particolare accenna l’idea di mura di un castello».
«Un abitante di Ludiano, Edoardo Gallizia, iniziò un’attività commerciale nella Sierra Leone, allora protettorato inglese. Prosperando l’azienda, alcuni giovani di Ludiano e Corzoneso e altri, legati da parentela o da conoscenza, vennero chiamati dallo zio o dal conoscente a collaborare in Africa. […] Dai ritrovi al Ristorante Alpino, accolti con affabilità e compiacenza da Annina Bozzini, si ricordano i nipoti Luigi e Emilio Bozzini, il momò Robbiani, i due ludianesi Galfetti».
«I nomi di luogo della montagna di Corzoneso erano durante la Seconda Guerra mondiale usati comunemente per indicare le località dove ci si recava per raccogliere i mirtilli. La zona del Fontanelìn dra Biavàda, oltre un’abbondante produzione, permetteva di bere in un luogo in cui l’acqua non era e non è particolarmente abbondante.
È stata per qualche anno una delle attività principali della popolazione del villaggio durante l’estate, fonte di un importante reddito, in un momento di tessere di razionamento… Al Ristorante Alpino si istituì un centro di raccolta. […] Bastava un modesto annuncio su un giornale della Svizzera tedesca e le cartoline di ordinazione arrivavano in buon numero».

Bibliografia

Corzoneso. Toponimi dialettali e note di storia e di cronaca, di Luciano Bozzini. 2016.

AUTORE
Sara Rossi Guidicelli

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