Fieno, uva, acqua, zucche e castagne: un’associazione della Valle di Blenio sta progettando cinque sentieri tematici per riscoprire gli incanti del fondovalle

Cosa possono raccontare i sassi, gli alambicchi, certe pieghe del terreno? I semi, le stalle, il torchio al centro del villaggio?
Camminiamo lungo un fiume, una valle, paese dopo paese. Riprendiamo i sentieri, le mulattiere, i ponticelli. Cerchiamo le tracce del passato e annotiamo quelle del presente. Formiamo dei gruppi, mettiamo in fila gli elementi e chiamiamolo ‘percorso a tema’: ci racconterà una storia. La storia del territorio, della gente, del mondo.
Il ‘Sentiero del castagno’ ci porta nelle selve castanili della bassa Valle di Blenio, da Loderio ad Acquarossa. Come Arianna seguiva il filo, noi seguiamo i ricci: di castagneto in castegneto, dalla sponda destra del Brenno alla campagna di Semione, ai boschi di castagno di Cradon, di Suré fino al Castello di Serravalle, dove le selve castanili sono appena state ripulite; attraversiamo il Ponte della Ganna e da Malvaglia Rongie saliamo ai vecchi grotti del paese ed entriamo nel castagneto di Motto, passiamo da Santa Maria del Monastero, San Remigio Boscero e arrivamo ad Acquarossa.
Questo è un itinerario. Racconta di quanto la castagna sia la nonna di tutti noi, perché ha dato da mangiare ai nostri avi, che ne hanno fatto colazione, merenda, cena, farina, frutto e pasto unico; l’hanno consumata, arrostita e venduta nelle piazze del mondo, un po’ anneriti e congelati, sempre sorridenti, con un mezzo dialetto e un mezzo inglese, francese, tedesco, olandese, ucraino, russo, o semplicemente un po’ di italiano buono.
Un altro sentiero segue il fieno, e per fieno si intende agricoltura, allevamento. Mucche, pecore, capre; e con loro ovviamente vitelli, agnelli e capretti. Significa carne, formaggio, panna, latte, lavoro tutto l’anno, odore di stalla, erba, fiori e mungitura.
Il ‘Sentiero delle vigne’ ci parla invece di filari, colline, terrazze, di uva e tralicci, di vendemmia, di succo, di torchio, di alambicco, di botti e cantine. Di fatica e di sole, dell’allegria dell’uomo e della sosta sotto la pergola.
Che cosa sono questi sentieri? Nuove creazioni per turisti, cittadini, gruppi di scolaresche? Qui nessuno ha inventato niente. Era già tutto al suo posto, da anni, o anche secoli. Però a volte dare un nome alle cose vuol dire permettere loro di esistere. Perché si parla di ciò che ha un nome e spesso l’occhio vede solo quello che conosce.
Sono gli agricoltori e appassionati della Valle di Blenio che lo hanno capito, due anni fa: hanno creato un’associazione, ‘Meraviglie sul Brenno’, e hanno disegnato nella loro testa tre sentieri: del Fieno, delle Vigne, dei Castagni. Poi un geografo li ha messi sulle mappe, ha contato i dislivelli (non forti, ma adatti alle famiglie, a tutti) e il progetto è rientrato nell’ambito di Blenio Plus, che aspetta di essere presentato all’Ufficio federale dell’Agricoltura per beneficiare del sostegno allo sviluppo regionale tramite finanziamento.
E allora non solo i turisti, i cittadini, le scuole ma tutti gli amanti del territorio e delle passeggiate avranno un incentivo in più per uscire di casa e percorrere un pezzo di natura che mischia passato e presente. L’idea è quella di essere pronti per l’anno prossimo, con segnaletica, pannelli esplicativi, magari qualche bicicletta elettrica, sicuramente attività lungo il percorso e punti di degustazione. Molte aziende agricole della zona hanno aderito e i sentieri passeranno anche da loro, perché alla gente piace vedere gli animali e portarsi a casa qualche prodotto nostrano, fresco. Si potrà salire con il tema del Fieno e tornare con quello delle Vigne per esempio, perché gli itinerari formano anelli, si incrociano, vanno e vengono e ognuno potrà crearsi il suo cammino ideale.
Nel frattempo si sono aggiunti altri due sentieri tematici: un gruppo di abitanti di Corzoneso ha riesumato quattro macine di un vecchio mulino e ha ripulito tutta la zona dove un tempo sorgeva Ul Mürìn da Curzönas. Insieme a un architetto stanno progettando di ricostruirlo e rimetterlo in funzione, per scopi dimostrativi e didattici. Significa dunque anche riportare il canale che prendeva acqua dal fiume e passava sotto alle pale del mulino; per questo si è pensato di inserirlo come tappa in un sentiero, quello dell’acqua, che fa visita a una centralina elettrica, a varie fontane e lavatoi e arriva al futuro caseificio di Olivone.
L’altro è il Sentiero del latte, anch’esso con destinazione finale (o punto di partenza) il caseificio parte del progetto BlenioPlus, chiaramente improntato sull’allevamento di mucche dell’alta valle. «Vorremmo proprio che la nostra idea ne stimolasse altre», spiegano la presidente dell’Associazione Meraviglie sul Brenno Giovanna Dandrea e la segretaria Carla Baselgia, entrambe proprietarie di un’azienda agricola. «Vorremmo diventare una rete che unisce tutto quello che di bellissimo abbiamo nella nostra regione, ma che rimane un po’ nascosto, relativamente poco frequentato».
Per intanto, mentre si aspettano i prossimi passi per concretare il progetto dei Sentieri tematici, i membri delle Meraviglie non se ne stanno con le mani in mano. In aprile hanno avviato un’iniziativa che riguarda la coltivazione di centinaia di tipi di zucche, in collaborazione con Meret Bissegger, cuoca appassionata di erbe e verdure spesso dimenticate. Gratuitamente sono stati distribuiti semi di zucca ed è stato presentato il progetto. A ottobre chi sarà soddisfatto del proprio raccolto potrà partecipare al mercato delle zucche a Malvaglia con esposizione e degustazione di tutte le varietà coltivate.

AUTORE
Sara Rossi Guidicelli

PUBBLICAZIONE
Azione

DATA DI PUBBLICAZIONE
15 Giugno 2015

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