Il Centro di Accoglienza diurno alla casa per anziani

Incontro con la responsabile Patrizia Arcioli

Apre alle 8 e chiude alle 17, circa; si trova dove c’è il bar della Casa Anziani La Quercia di Acquarossa: è il Centro di accoglienza, che offre al territorio un luogo di incontro e di attività a sostegno delle famiglie con a carico persone anziane il cui grado di dipendenza richiede un’assistenza importante, programmata e continua. Il Centro di accoglienza diurno è integrato nell’organizzazione della Quercia avvalendosi dei servizi esistenti e in particolare dell’animazione (attività varie, di socializzazione, ginnastica, uscite, e altro), del servizio alberghiero (principalmente per i pasti) e di un picchetto infermieristico. La vicinanza dell’ospedale assicura anche interventi di pronto soccorso. «Spesso le persone che si sentono un po’ sole a casa loro e hanno piacere a uscire ci raggiungono uno, due, più giorni a settimana. Si avvicinano alla Quercia, senza che sia ancora il momento di trasferirvisi anche a dormire; anzi sovente il fatto di frequentare il Centro di Accoglienza rende più lungo e più bello il periodo che precede lo stabilirsi in Casa Anziani», spiega Patrizia Arcioli, educatrice e animatrice responsabile del servizio. Lavora con Tiziano Conceprio e Pia Teofani.

«Il Centro di Accoglienza diurno è positivo sia per chi viene da fuori, che se un giorno poi si stabilirà qui troverà il passaggio più facile, perché conosce già le persone, i luoghi, le attività, sia per gli ospiti della Quercia. Due operatori sono andati a prendere i partecipanti di questo martedì mattina con il pulmino; uno verso nord, l’altro verso sud della valle. Questa settimana è prevista una gita al Dazio Grande, un pranzo al grotto, due tombole, letture di giornali, la messa, l’ascolto di musica, la ginnastica, e così via. Ma specifica l’animatrice: «Sono importanti le attività, sono pensate apposta per variare i pensieri e i gesti, per tirar fuori ricordi, per tenere sotto osservazione le capacità motorie e cognitive delle persone; tuttavia noi diamo ancora più importanza all’aspetto sociale, quello dell’incontro», parola questa che è affissa sulla porta della sala dove è ubicato il Centro da quando è stato aperto quattro anni fa.

Quando una persona nuova è interessata a venire al Centro, Patrizia si reca a domicilio per una visita. Fa conoscenza, discute, chiede quali aspettative, desideri, motivi e bisogni hanno portato a tale richiesta. «Non è sempre un passo facile mettere piede in casa anziani, anche se è solo per partecipare alle uscite al ristorante, giocare a carte e chiacchierare con gli amici, una volta o due la settimana. Allora è meglio vegliare bene su questo momento, capire come si può svolgere nel modo più dolce e gradevole possibile. A volte sono i figli che si preoccupano e desiderano portare il genitore a svolgere attività in compagnia», prosegue. «Si preoccupano perché sta troppo spesso a casa da solo. Ma ci sono molti anziani che vivono per conto loro da tanto tempo, che sono legati alla loro casa, che hanno risorse proprie, come andare a passeggio, cucinarsi il pranzo o la cena, ricevere ospiti, leggere, guardare la televisione, fare il riposino, sgranare il rosario… se non ci sono problemi che impediscono questo tipo di routine, e se loro stanno bene in solitudine, è comprensibile che preferiscano non turbare la loro vita. Invece c’è chi ne trae un gran giovamento: un po’ di uscite era proprio quello di cui c’era bisogno! Come ogni passaggio nella vita anche questo va fatto al momento giusto nel modo giusto». Patrizia ci fa l’esempio di una coppia, per cui i momenti che trascorrono qui sono momenti di grande relax: la moglie non sente più di dover sempre stare attenta al marito, che ha più fragilità fisica, e il marito si sente a sua volta sgravato dalla preoccupazione della moglie: stanno molto meglio! Un’altra signora non lamenta più malesseri da quando si fa venire a prendere tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dal furgoncino della Quercia e trascorre mattina, pranzo e pomeriggio al Centro. C’è chi è contento perché così la sera ha tante cose da raccontare, chi perché ha voglia di rilassarsi, aiutare gli altri, stare insieme alla gente. Molti figli sono più tranquilli, perché Patrizia e la sua squadra si tengono in contatto con la famiglia: «Noi osserviamo lo stato di salute psicofisica degli utenti, l’aspetto emozionale e emotivo e poi ci confrontiamo con i parenti, con gli aiuti domiciliari di cui magari usufruiscono e così via. In questo modo lavoriamo in rete ed è più facile accorgersi se qualche cosa non funziona come dovrebbe».

In giardino c’è poi l’orto: coltivare, portare le proprie conoscenze di una vita su come si pianta, si cura e si raccoglie, sentire i profumi, ricordare l’infanzia, vedere in tavola i prodotti del proprio giardino… tutto questo fa parte di un’esperienza bella e importante. Inoltre, ci sono poi gli atelier ‘sacchetti di lavanda’, ‘menta per il te’ e i fiori vengono recisi e posti nei vasi a ogni piano della Casa. «Qui, siamo gente che ha tempo», conclude Patrizia. «A volte non è così chiaro quando per una persona è giunta l’ora di andare in casa anziani; il Centro può essere la soluzione. Noi siamo qui…» e non la smette di sorridere, di salutare qualcuno, di farsi già venire una nuova idea per domani, di aver sempre sempre sempre la voglia di ascoltare tutti.

AUTORE
Sara Rossi Guidicelli

PUBBLICAZIONE
Rivista 3valli

DATA DI PUBBLICAZIONE
01 Novembre 2016

Nessun commento

Lascia un commento