1957: «Il cinema di Acquarossa è un pugno negli occhi»

Un pugno negli occhi

Siamo tornati, una delle scorse feste, in Blenio, dove vecchie memorie e care amicizie e parentele ci chiamavano con nostalgìa. Ma con stupore e rammarico ci ha colpiti, proprio come il proverbiale pugno negli occhi, una disgraziata costruzione, che vorrebbe essere l’estrema bellezza dell’arte moderna, un qualche cosa di michelangiolesco da servire, ci hanno detto, da asilo infantile, cinetelevisivo ed oratorio festivo, sala di conferenza ed omnia opera, ma che per noi ha tutto l’aspetto d’una tenda di nomadi. Ed è per di più in uno dei punti più incantevoli di Acquarossa, all’entrata della media valle da dove si contempla per la prima volta, l’incomparabile con-ca da cui fan da sfondo Töira, Sosto e Val Camadra, ed il forestiero resta tutto rapito nel fascino. Chi abbia avuto l’infelicissima idea di deturpare in modo così volgare tanta bellezza che madre natura, o il Creatore, che si voglia, ha dispensato ai bleniesi, non ci riguarda: tuttavia non saranno mai dei benemeriti, e per contro meritano il biasimo più severo. Nè sappiamo se tutti i bleniesi abbiano accettato supinamènte tale goffaggine e senza reagire con energia, magari coi mezzi più semplici e alla mano usati dai nostri vecchi in momenti di collera popolare. Se, sia pure un tantino di reazione non c’è stata, e non ci risulta, male, molto male, il nostro biasimo, pure altrettanto severo va a tutti quegli enti, autorità, personalità vallerane, cui incombe, o dovrebbe incombere, o si arrogano l’onore e il diritto di salvaguardare, “unguis et rostribus” il patrimonio spirituale, artistico, storico e naturale della tanto decantata Valle del Sole. E più lontano, o più in su, alla famosa Commissione cantonale delle bellezze naturali ed artistiche, pagata, anche per versare magari lagrime di coccodrillo per la scomparsa dell’”uccelliera” di Locarno. Vorremmo ora sentire il parere o le giustificazioni dei convallerani, specialmente quelli chiamati in causa più sopra, sul che ne pensano della tenda magiara nella pusta di Acquarossa. Altro che intedescamento ed imbastardimento del Ticino, signori!

Firmato Patrizio di fuori.

 

AUTORE
Sconosciuto

Pubblicazione
Il Dovere

Data di pubblicazione
19.4.1957

 


Sul salone di Acquarossa

Con vivo interesse abbiamo letto l’articolo “Un pugno nell’occhio” di venerdì 19 aprile u. s. in merito alla deturpazione del nostro paesaggio colla infelice, moderna, costruzione del Salone in quel di Corzoneso Piano. Condividiamo in massima la sostanza dell’articolo come d’altra parte la predetta costruzione non ha trovato favorevole accoglienza in nessun bleniese, neppure in per­sonalità molto vicine sia al Comitato esecutore, sia al Reverendo che ne fu l’anima creatrice. Naturalmente il Comitato promotore ed esecutore di detto salone non era tenuto a presentare piani e farli approvare ai cittadini o ai Comuni di Blenio, ragione per cui la costruzione è sorta così come è senza che qualcuno potesse pronunciarsi o modificare qualcosa una volta che la stessa era avviata. Oltre allo sfregio alle bellezze naturali, per il quale condividiamo pienamente quanto scritto dall’articolista, ci sia permesso di richiamare per l’occasione due altri aspetti poco simpatici inerenti alla predetta costruzione. Innanzitutto va notato, ed è per noi incomprensìbile, che Corzoneso, paese di 320 abitanti, suddivìsi in 7 frazioni che vanno altimetricamente da 500 a 850 m. s. M., frazioni che distano km. l’una dall’altra, con una sola scuola elementare, una bella chiesa parrocchiale ed altre quattro chiesette distribuite nelle frazioni, composto in buona parte da persone di modestissima situazione economica, abbia ritenuto impellente necessità la costruzione di un oratorio festivo (a due soli locali) con sala da proiezione, il cui conto si aggira sui fr. 150.000-200.000 proprio in luogo eccentrico del Comune, e ci domandiamo quale ne sarà il vantaggio che ne trarranno quelle poche decine di giovani una volta adunati dopo aver percorso diversi km. per recarsi dal loro domicilio al salone e quale ragionaménto vale per i bambini dell’Asilo, se nel salone stesso l’asilo intende venir installato. Ma è da capire che tale importo non poteva essere raccolto nel paese stesso ed allora il deprecato sistema della raccolta di fondi a mezzo questue, con la spedizione di decine di migliaia di circolari in tutta la Svizzera, è ancora una volta stato usato, adducendo chi sa quali motivi e di quali priva­zioni erano soggètti i bambini di Corzoneso. Se questa raccolta di mezzi ha permesso in qualche caso estremo di compiere determinate opere o lenire qualche lacuna, per questa costruzione non ne era il caso e come bleniesi francamente deploriamo e respingiamo simile procedura. Codesto sfarzo così mal riuscito all’occhio e codesta spesa esorbitante che rasenta lo spreco nonché il modo col quale furono raccolti parte dei mezzi urtano vivacemente con la suscettibilità dell’autentico bleniese così fiero del suo onore, probo nelle sue decisioni, parco nelle sue richieste: siamo certi condividerà appieno questa messa a punto.

Firmato Patrizio residente



Autore
Sconosciuto

Pubblicazione
Il Dovere

Data di pubblicazione
7.05.1957

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